Si può avere paura della felicità? Credevo che nessuno potesse rispondere di sì e invece…La cantante Martina Attili, 17 anni, si è presentata alle audizioni della nuova edizione di XFactor con un brano, poi diventato virale, dal titolo “CHEROFOBIA”. La cherofobia è letteralmente la paura incontrollata di poter essere felici. Non è stata classificata tra le patologie mentali nel manuale ufficiale, ma ormai molti psicologi ne riconoscono l’esistenza e la diffusione anche tra i giovani. Consiste in forme di ansia, attacchi di panico e depressione di fronte al pensiero di ogni possibile cambiamento positivo nella propria vita, tanto che l’individuo cherofobico è portato ad evitarlo, cercando di non modificare la propria situazione. Personalmente la definirei una sorta di “paralisi esistenziale”. Perché si può aver paura di essere felici? Beh, la felicità, qualunque sia la definizione che un dizionario può darne, non è uno stato continuativo. La felicità duratura, per sempre, sappiamo bene che non può esistere. Può essere un momento, più momenti o persino un periodo più o meno lungo in cui godiamo di gioie particolari, ma non sarà MAI PER SEMPRE. La felicità, intesa come uno stato di benessere legato a delle circostanze, è destinata ad essere interrotta. Se il nostro pensiero principale è concentrarsi su “quando finirà”, “come finirà”,“cosa accadrà dopo”, ecco che inevitabilmente si affaccia la paura. Il credente però può non cadere nell’inganno della paura, perché sa che la sua vita è per un tempo, è un viaggio a termine che include gioie, momenti di intensa felicità per cui essere grati a Dio, ma include anche dolore, potrebbe includere malattie, lutti, pianti e delusioni perché il peccato è entrato nel mondo e ha portato con sé la morte (che non è solo la morte fisica, ma tutto ciò che è corruzione, dolore, infelicità). Solo avere Gesù nel cuore ci consente di vivere in maniera equilibrata tutti i momenti che il Signore ha preparato e stabilito per ciascuno di noi, per il nostro bene. I momenti, i periodi di felicità devono essere apprezzati, vissuti con uno stato interiore di appagamento per i doni che Dio ci fa (materiali, affettivi e soprattutto spirituali) ma la nostra mente non deve abbandonare l’idea che le circostanze possono cambiare, se Dio lo ha stabilito. Ci conforta e dona pace ai nostri cuori sapere che “…niente ci può separare dall’amore di Dio…” e che “ …l’amore perfetto caccia via la paura”. Dio è al controllo delle nostre vite SE abbiamo fatto di Lui il nostro Salvatore e Signore, se lo abbiamo accettato come nostro MIGLIOR AMICO. Un cristiano non dovrebbe temere né il domani né l’arrivo della prova perché fedele è Colui che cammina e combatte al suo fianco! Il cantico 220 della raccolta Inni e Cantici Cristiani (Non v’è amico uguale a Cristo) nel coro dice: “IO M’AFFIDO A GESU’ CRISTO, SI’ CON LUI TRIONFERO’, SEMPRE IL DI’ DEL SUO RITORNO IO CON FEDE ATTENDERO’”. La felicità è uno stato passeggero, la gioia di appartenere a Cristo ci accompagna sempre, nei verdi pascoli come nella valle della morte (rileggi il Salmo 23!). la felicità eterna esiste ma non è di questa terra…Qui però Dio mi chiama a vivere appagato e grato del bene che mi dona, non a chiudermi in me stesso per paura della felicità! Nel Libro dell’Ecclesiaste, ai capitoli 11 e 12 leggiamo “ Rallegrati pure o giovane …MA RICORDATI DEL TUO CREATORE nei giorni della tua giovinezza PRIMA CHE… (e qui viene fatto un lungo elenco di ciò che potrebbe interrompere la spensieratezza e dunque la felicità di momenti sereni). RALLEGRARSI MA RICORDARSI…
Caro giovane lettore, la vita non è una passeggiata in piano, è discesa e salita, a volte ardua salita! Mia nonna Vittoria, che oggi è col Signore, diceva sempre :“la vita è un osso duro!” . Eppure era sempre gioiosa, speranzosa, sorridente, grata…Perché lasciava a Dio, il suo migliore e intimo amico, la guida del battello che poi l’avrebbe portata A CASA.
Katia Mancini